Buone azioni mal riposte:
chi ha colpa di questo sperpero di buone azioni?
Buone azioni mal riposte, perché è un argomento di attualità.
Si è discusso, nei giorni scorsi, di una giovane 22enne che è stata cacciata dalla famiglia perché era lesbica.
Qualcuno, del settore giornalistico, ha pensato di promuovere una raccolta fondi.
Con il fine aiutare questa povera ragazza cacciata dalla famiglia.
Il risultato è che i fondi sono stati raccolti.
Questa ragazza gli ha utilizzati per acquistarsi un veicolo Mercedes e un cane del valore di 2500 Euro.
Il giornalismo è investigazione
Chi ha organizzato questa raccolta fondi, con il fine di realizzare del buon giornalismo, probabilmente doveva avere il buon senso di andare a sentire la famiglia.
Anche quando la famiglia fosse stata eventualmente sentita, era il caso comunque di andare a fare un approfondimento.
Vedere e indagare nel contesto sociale, in cui è avvenuta tutta questa vicenda.
Questo è quello che fa il buon giornalismo è investigare.
Sembra che il giornalismo sia diventato un mezzo volgare di produzione commerciale.
Non penso solamente al giornalismo italiano, nazione in cui è avvenuta questa vicenda.
Ma al giornalismo mondiale in generale.
Una delle tantissime volte in cui visitai la Romania, mi capitò di ascoltare più volte persone che mi chiedevano perché gli italiani ce l’avessero contro i rumeni.
Devo specificare che oltre un milione e mezzo di cittadini rumeni, vivono e lavorano in Italia, producendo ricchezza per questo paese che li ospita.
Ma era nata in Italia una forte campagna giornalistica, perché dei criminali rumeni avevano iniziato ad assaltare delle ville private.
Mentre in Romania era nata una campagna giornalistica, che professava il fatto che agli italiani non piacessero i rumeni.
Oltre al fatto che se così fosse stato, in Italia non ci sarebbero un milione e mezzo di rumeni, resta il fatto che sia in Italia che Romania facevano pessimo giornalismo al fine di vendere notizie.
Credo che oggi giorno il giornalismo di qualità sia veramente finito.
Mi sembra assolutamente che sono più autentici i blogger, che lavorano per passione.
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